Tre Volte Abramo
Riscoprire le intuizioni di La Pira
Di Daniele Pasquini
Voltarsi indietro per riscoprire ciò che di buono il secolo scorso ci ha lasciato è una necessità assoluta. E sicuramente la figura di Giorgio La Pira, con il suo atteggiamento profetico, è qualcosa di attuale che continua a parlare anche oggi, a trent’anni dalla sua morte. Personaggio impossibile da inquadrare, un pesce rosso nell’acquasantiera per qualcuno, un comunista bianco per altri, votato completamente alla preghiera, alla riflessione, al dialogo e all’azione concreta.
Un uomo di pace, a cui le fazioni si arrendono, proprio per la sua capacità di rendere universale ciò che le parti provavano a fare proprio. Un uomo di spirito, passione e fantasia.
Tutto ciò è stato raccolto in questo documentario di trenta minuti, realizzato per Mediateca Regionale Toscana dal regista Massimo Tarducci, da Manuela Crivelli, Olga Mugnaini e Don Andrea Bigalli, con le riprese e il montaggio di Leonardo Ferri. Il tema centrale del filmato, in evidenza già dal titolo, è quello del dialogo tra religioni, in particolar modo sul legame “di sangue” presente tra le tre grandi confessioni monoteiste. Cristiani, Ebrei e Musulmani, tutti e tre figli di Abramo. Il documentario alterna riprese di Firenze e Gerusalemme (tra le due città il professor La Pira intravedeva un legame forte e non trascurabile) con interviste e scambi di punti di vista di vari personaggi dell’ambiente fiorentino: Mario Primicerio, Giorgio Giovannoni, l’imam Izzedin Eldir, Severino Saccardi e molti altri, hanno cercato di ripercorrere, attraverso il ricordo, le impressioni e gli affetti personali, le visioni – da trasformare in realtà – dell’ex-sindaco di Firenze.
Messaggio di speranza sognante ma carica di appigli al reale. Troppo mistico per alcuni? Giorgio La Pira è riuscito, immerso nel secolo breve, nel secolo delle divisioni, a portare unità e a rispondere alle critiche con gli effetti della sua azione e delle sue intuizioni. Tutto questo grazie anche alla sua idea di “città”, alla sua concezione di mondo unito proprio a partire dai centri urbani, che nel tempo conservano la loro storia, al di là dei confini geografici e temporali. Unire le città per unire le nazioni. Solo con una forma di dialogo capillare che vada oltre alle conferenze formali e “da foto” tipiche delle relazioni internazionali di questi anni potremo vedere avverata quella profezia di un mondo unito al di là delle diverse confessioni, delle ragioni politiche, delle divisioni economiche.