N. 446
Se esplodono le città

Giuliano Della Pergola, Oltre l’età del petrolio – Le risorse energetiche tradizionali sono destinate a finire e questa tendenza, insieme alla crescita economica di India e Cina appare uno scenario a breve termine: è necessario quindi che la ricerca di forme alternative di energia venga potenziata da subito.

Franco Di Giorgi, Giobbe: un esempio biblico di méros – Per Kant Giobbe è il simbolo e una delle figure più rappresentative del dover essere mentre per Primo Levi è il «giusto oppresso dall’ingiustizia», ma ad un’analisi più attenta emerge una figura ipocrita, attaccata al suo interesse particolare (il méros).

Se esplodono le città: sezione monografica  a cura di Severino Saccardi.

Severino Saccardi, Se esplodono le città – I clamorosi sommovimenti delle banlieue francesi suonano come un campanello d’allarme  anche in relazione alla questione della convivenza nelle nostre periferie e nelle nostre città. Ma l’analisi va attentamente differenziata situazione per situazione. Quel che è comune alle diverse realtà urbane del nostro tempo è che esse sono chiamate, tutte, alla sfida di divenire “città globali” sia nelle dinamiche interne al loro specifico territorio sia in relazione all’inedita sfida della costruzione di un’internazionalizzazione fondata su nuove reti fra comunità locali.

Giuliano Della Pergola, La città al tempo della non-città – Un conflitto insanabile separa la città della tradizione da quella moderna, con le sue contraddizioni di conflitto tra il centro storico e le periferie e tra migliori servizi e realtà invivibile. Ma spesso la città di oggi non è più città ma metropoli perché non si fonda più sulla relazione tra città e cittadino e l’uomo metropolitano vive un territorio tendenzialmente senza frontiere.

Francesco Guerrieri, Orizzonti incerti nel tempo della mixité – Di fronte ai moti delle banlieue francesi è il caso di riflettere sulle trasformazioni delle realtà urbane multietniche e individuare percorsi alternativi quali la coesistenza integrata con una nuova “edilizia sociale” basata su un mix multiculturale, o l’autonomia etnica insediativa, con edilizia sociale differenziata, da condurre con il consenso delle comunità interessate onde evitare pericoli di ghettizzazione.

Luciana Floris, Siamo capaci oggi di prenderci cura delle nostre città? – Dietro l’esplosione delle città c’è innanzitutto la crisi postmoderna dei suoi confini interni, il suo trasformarsi in metropoli informe, e di fronte a questa crisi bisogna riscoprire il tratto essenziale dell’abitare che è quello di prendersi cura dei luoghi e dei rapporti all’interno dei quali viviamo.

Vezio De Lucia, Una cultura di governo per “l’effetto città” – Intervista a cura di Severino Saccardi. L’esplosione delle periferie in Francia è più il prodotto di una mancanza di integrazione e dalla crisi di una certa forma di convivenza anziché dell’ “effetto città”, attentamente governato. In Italia, al contrario, dove è forte il degrado delle periferie, ma dove movimenti “alla francese” sono assai improbabili, va recuperata una forte progettualità ed una cultura di governo in relazione alle trasformazioni del territorio urbano.

Corrado Marcetti, Rifondare le nostre città – Intervista a cura di Paola Del Pasqua e Mary Malucchi. I problemi che hanno portato all’esplosione delle banlieue francesi sono molto diversi da quelli delle periferie italiane: ci sono differenti risposte al bisogno della casa, differenti dimensioni del patrimonio pubblico e differenti politiche per la convivenza. Ma anche da noi ci sono problematicità che dovrebbero essere affrontate ripartendo dalle esigenze dei cittadini, per “rifondare” così la città.

Roberto Barzanti, Elevare la periferia a città – Le città potranno vivere, e non solo sopravvivere in alcune parti più illustri e celebrate, se dichiaratamente si faranno parti di sistemi plurali, in grado di dare condizioni di dignità a coloro che le abitano, elevando le periferie anonime a città e sottraendo il nucleo più frequentato delle città all’avidità del commercio, al tronfio centralismo del potere: rifiutando di trasformare i centri in residenze di lusso per i nuovi ricchi, e di tramutare le piazze, da momenti prediletti per lo scambio e per l’incontro, in isole di artificiosa solitudine.

Alessandro Checcucci, In cammino verso la città multietnica – Con l’arrivo di moltitudini di immigrati nelle nostre città si pone il problema della realizzazione di una realtà multietnica fondata su un’equilibrata cultura della convivenza, ma ciò non sarà possibile se non vi sarà una vera e propria metanoia nel nostro modo di pensare e di agire.

Roberto Mosi, La risorsa della Tolleranza – Alcune città vivono momenti di forte crescita e sviluppo rappresentando veri “rinascimenti” produttivi mentre altre rimangono in una condizione ai margini della scena internazionale; per capire le ragioni di tali differenze si possono utilizzare alcuni indici: il Talento, il capitale umano presente, la Tecnologia, la capacità tecnologica ed innovativa, e la Tolleranza, la possibilità di convivere tra diversi.

Ernesto Balducci, L’uomo come perno della nuova città – Intervista a cura di Renzo Cassigoli. La crisi della città nel tempo della globalizzazione in un’intervista inedita con il fondatore di “Testimonianze”, che riflette anche sulla storia e sugli specifici problemi di Firenze:nell’età planetaria, la via d’uscita radicale alla crisi dei nostri tempi sta nel porre l’uomo al centro della città.

Stefano Marcelli, Censura mortale (sul Libano) – Le auto continuano ad esplodere in Libano uccidendo giornalisti, politici ed intellettuali che lottano per la libertà. Una libertà che viene gridata dai giovani nelle piazze nonostante la paura. Samir Kassir, Gebran Tueni, Rafik Hariri, May Shidiak sono vittime della ferocia di chi vuole chiudere la bocca a chi si oppone alla violenza, come ha insegnato Kassir, comportandosi «come se la libertà ci fosse davvero».

Leonardo Ferri, Quando la libertà è un crimine – Nel libro “L’ultima primavera” alcuni giornalisti iraniani testimoniano dei drammi e delle lotte contro la repressione e contro la censura in Iran. Attraverso le loro parole si scopre un Iran che, anche dopo il fallimento del vento riformista, non si vuole piegare alla violenza del regime e che, attraverso i nuovi media, continua la sua lotta per la libertà.

Giovanni Allegretti, Firenze e gli spazi pubblici forgiati dalla contestazione – I risultati di una ricerca sulle proteste di piazza nella città di Firenze tra il1995 e il 2004: ne emerge un’immagine di laboratorio di pratiche che tentano di dare risposte all’accresciuta complessità della sua essenza post-industriale, proponendo ‘sovvertimenti’ delle più tradizionali prassi di consumo e valorizzazione degli spazi anche in forma di “critica radicale”.

Mariolina Landi, I giorni dell’abbandono: matrimonio  e separazione  nel nostro tempo – Una riflessione a partire dal film di Faenza I giorni dell’abbandono: la separazione in una crisi familiare sembra oggi la soluzione più facile per ogni problema di coppia, ma solo chi la vive si accorge della complessità e del dramma che essa comporta.

Mary Malucchi, Parola chiave: laicità – il tema laicità torna ad alimentare i dibattiti e ad occupare lo spazio politico: un contributo significativo è quello dato dalla rivista “Parole Chiave” Nuova serie di Problemi del socialismo, che ha dedicato un intero volume a questa questione, evidenziando problemi, contraddizioni, difficoltà.

Jacopo Mazzantini, L’impegno politico dei cattolici in Italia – L’ultimo libro di Pietro Scoppola, in forma di intervista, rappresenta un excursus storico dell’impegno politico dei cattolici italiani dall’Unità d’Italia sino ai giorni nostri, mediante il quale si mette in evidenza l’importanza del ruolo della coscienza religiosa nella democrazia.

Giuseppe Vettori, Sul contributo dei cristiani al partito democratico – L’unità dei cattolici ha contribuito a costruire le basi della democrazia in Italia e questa forte radice religiosa può diventare un impegno dei cristiani per il rafforzamento della democrazia: su questa interpretazione che si ricava dall’ultimo libro di Pietro Scoppola vale la pena riflettere