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Pechino/Berlino: i due Ottantanove

Sommario 466

Il Tema

Andrea Bigalli Non si dia per carità ciò che si deve per giustizia
La storia degli interventi di tipo caritatevole e solidaristico delle Chiese si definisce all’interno della fedeltà al progetto del Regno di Dio prospettato nel Vangelo. Oggi la strada sembra quella di un sostegno ai poveri non tanto con l’assistenzialismo e con una carità paternalista, ma con interventi (come quelli del microcredito) che favoriscano la responsabilizzazione e la solidarietà e che restituiscano al povero la qualità di soggetto con cui interloquire sul piano economico e sociale.

Culture e religioni

Fabio Dei, Vecchie buone strutture. In memoria di Lévi-Strauss
Una ricostruzione del percorso di Claude Lévi-Strauss, l’ultimo dei grandi intellettuali del Novecento, antropologo tra i più influenti, scomparso all’età di quasi 101 anni. La sua impostazione strutturalista, che appare oggi per certi aspetti datata, ha lasciato una impronta indelebile nelle scienze umane, mentre le sue riflessioni sul rapporto fra universalità del pensiero e relatività delle culture e le sue posizioni (diversificate nel tempo) sull’etnocentrismo costituiscono ancora un riferimento imprescindibile nel dibattito culturale contemporaneo.
Carlo Prezzolini, Anna Innocenti Periccioli, intellettuale di “natura e cultura”
Un ricordo di Anna Innocenti Piericcioli, pronipote di David Lazzaretti, l’ottocentesco profeta degli “ultimi” e degli esclusi, scrittrice ed intellettuale attenta alla cultura locale, alla natura, alla fede ed alla memoria storica

Polis
Severino Saccardi Sul fronte della “buona politica”
Intervista a cura di Tommaso Ferraresi
Una conversazione con il direttore di “Testimonianze”, Severino Saccardi, a conclusione dei suoi 5 anni di esperienza nel Consiglio Regionale della Toscana e in seguito alla campagna elettorale per le “primarie” PD (previste dalla legge elettorale regionale), impostata all’insegna della parola d’ordine “Idee in cammino – Cultura, diritti, solidarietà” e conclusasi con un risultato onorevole, ma probabilmente insufficiente a garantire il suo ritorno nell’Assemblea regionale.

Uomo Planetario
Pechino/Berlino: i due Ottantanove
Sezione monotematica a cura di Andrea Giuntini, Severino Saccardi e Simone Siliani

I. Pechino/Berlino: i due Ottantanove- Analisi e interventi
Severino Saccardi, La lezione dei “due Ottantanove”
Del “tema Ottantanove” è doveroso dar conto alle generazioni più recenti, composte da giovani nati nel periodo immediatamente successivo al crollo del “Muro”. Ma i fatti berlinesi e le “rivoluzioni di velluto” dell’Europa centro-orientale sono solo uno dei volti di quell’“anno indimenticabile”. L’altro – di segno opposto – rimanda alle immagini della repressione di Piazza Tienanmen. “Due Ottantanove”, e due differenti, e contrapposti, percorsi politici, sociali e culturali che da lì hanno preso le mosse e di cui è possibile oggi fare un provvisorio e comparato bilancio critico.
Lucio Caracciolo, 1989, un passaggio d’epoca
E’ profondamente sbagliato dare una lettura retrospettiva, con le categorie mentali e culturali di oggi, di un evento epocale, ed inatteso, come fu, nel 1989, il crollo del Muro. Le conseguenze che ne sono derivate, in Germania, nell’insieme dell’Europa e anche nel nostro Paese, sono interne ad un processo che è lungi dall’essere concluso.
Federico Romero, Perché venne il crollo
L’improvviso crollo di tutti i regimi comunisti dell’Est europeo in poco tempo fu dovuto non tanto a ragioni esterne, come la nuova politica di Gorbačëv, o semplicemente all’ anelito collettivo alla libertà, quanto alla crisi interna di un sistema  incapace di stare al passo con le trasformazioni e lo sviluppo dell’Occidente.Le radici della svolta
Rodolfo Ragionieri, Nel mondo della complessità
Dopo l’epico, e inatteso, evento del crollo del Muro, il sentire collettivo ha avuto vistose oscillazioni fra pessimismo e ottimismo. Sentimenti entrambi, parzialmente, fondati. Dopo l’Ottantanove, c’è stato chi ha parlato di un “mondo fuori controllo”. Con un’esplosione imprevista di guerre e violenze. Ma, infine, in un quadro globale di grande complessità, possono essere registrati anche un complessivo avanzamento dell’area delle democrazie ed un progresso dello “spirito cosmopolitico”.
Simone Siliani, Il Muro secondo Tabucchi
A venti anni dalla caduta del Muro, la grande e vitale spinta verso la libertà ed i diritti democratici, che ne fur all’origine, sembra aver perso, proprio in quella che era un tempo l’“altra Europa”, la sua forza propulsiva. Come se appartenesse ad un capitolo quasi dimenticato: in alcuni paesi della parte centro-orientale del nostro continente, la rimozione del passato comunista (nel quale molti degli attuali leader hanno avuto ruoli di primo piano) si mescola con un’estrema ideologia nazionalista, caratterizzata talvolta da colorazioni xenofobe o panslavistische.
Nadia Urbinati, Luci e ombre di un ventennio
Mentre in Cina dopo l’89 il regime comunista è rimasto al potere trasformandosi in senso capitalistico e sfatando l’idea che il capitalismo fosse legato alla democrazia, in Europa l’89 ha avuto un segno opposto: ha determinato la fine di un ordine politico illiberale (quello comunista) ed ha generato euforia e speranze, ponendo fine ad ideologie ossificate e scongelando anche ad Ovest, lo status quo, ma producendo anche il deperimento, in un quadro di grande complessità, delle strategie di giustizia sociale e di solidarietà e l’affermazione di stili politici autoritari e populisti.
Francesco Leoncini, L’Ottantanove, scomparso assieme al Muro
Fa uno strano effetto ripensare la lezione dell’Ottantanove da Praga, con la memoria della sua “Primavera”, della “rivoluzione di velluto” e del retroterra del grande umanesimo politico-culturale di intellettuali e personalità come Masayk, alla luce delle contraddizioni che si sono verificate in questi venti anni di libertà e dell’inutile (per quanto pacifica) divisione tra cechi e slovacchi.
Roberto Reale, Tienanmen ha contato quanto la Porta di Brandeburgo
Sommarietto: A vent’anni da Tienanmen gli effetti di quella tragica repressione (che simbolicamente viene contrapposta al crollo del “Muro”) si fanno sentire e nella Cina di oggi, trasformata in una grande potenza capitalistica “globale” sotto il controllo politico del partito comunista, nessuno può ricordare quei fatti ormai lontani, nemmeno sul web, se non vuole incorrere in condanne severe come quella inflitta al reporter Shi Tao.
Domenico Affinito, Un muro fatto di aria
Venti anni dopo Tienanmen, per quanto riguarda i diritti umani e soprattutto la questione della libertà di parola e di informazione, la Cina sta vivendo un clima orwelliano, caratterizzato da un rigido controllo e da una censura spietata di tutto ciò che ha forma e sostanza di libero pensiero.  Per favorire il cambiamento di questo stato di cose, fondamentali sono l’interessamento attivo e la pressione dell’opinione pubblica internazionale.
Rudy Caparrini, Unione Europea: un percorso ancora ad ostacoli
L’integrazione Europa deve essere una convenienza e non solo un ideale. Per molto tempo gli Stati membri hanno ottenuto “prosperità e sicurezza” dall’adesione all’UE; ora però i paesi ricchi temono che un’ulteriore evoluzione dell’integrazione comunitaria possa esporli alla concorrenza dei nuovi membri, col rischio concreto di perdere privilegi e prosperità a favore degli abitanti dei Paesi appena entrati. La possibilità di garantire un maggiore livello di sicurezza, attraverso la costruzione di una rete di polizia europea, può invece essere la chiave per indurre gli «euroscettici» a concedere nuovo credito al processo d’integrazione continentale
Andrea Giuntini, Nel tempo dell’economia globale
Dopo la caduta del Muro di Berlino si può dire che è iniziata un’epoca di cui individuiamo l’emersione di alcuni caratteri nuovi come la diffusione del pensiero economico liberista, lo spostamento del centro dell’economia mondiale dall’Occidente alle nuova realtà asiatiche, una nuova prosperità per milioni di esseri umani a cui si associano crescenti disuguaglianze (la nuova “globalizzazione della miseria”) in un contesto di declino dell’importanza degli stati nazionali e di ridimensionamento del ruolo dell’Europa.
Mauro Sbordoni, In una città fuori dagli schemi
Visitando Berlino, città in cui si incontrano ad ogni passo le tracce di un passato difficile, si ha la percezione della convivenza fra la memoria drammatica di una storia ed un’“idea di città” concretamente ripensata da architetti moderni con opere ardite e significative. Il processo che Berlino e la Germania stanno vivendo in maniera volontaria e consapevole sembra essere innervato da un aggiornamento delle lezioni della cultura democratica e del pacifismo tedesco in una sintesi culturale prodottasi all’insegna della complessità contemporanea.
Michela Sarzotti e Giacomo Trentanovi, Berlino, capitale della memoria aperta al domani
Con alle spalle una storia di costanti trasformazioni e con un volto potentemente modificato a seguito della caduta del Muro e della riunificazione, la città di Berlino, può essere assunta a luogo-simbolo delle tensioni ideali e delle grandi tragedie del Novecento, ma anche della volontà di rinascere e di ripensare la propria configurazione ed il proprio modo di essere.

II. Pechino/Berlino: i due Ottantanove- Interviste
Mauro Ceruti, Una e molteplice: l’Europa dopo il Muro
Intervista a cura di Mary Malucchi
Alla base dell’Europa dei popoli c’è l’idea, laica, della possibilità della convivenza tra diversità nazionali, etniche e religiose: sono queste le radici più profonde e più vere dell’Europa. Ma, oggi, o il nostro continente riesce a proporsi come attore globale, come Stati Uniti e Cina, oppure il suo destino è segnato: si polverizzerà nella difesa di interessi locali, che non potranno non subire le regole del gioco dettate dai veri protagonisti della partita “globale” che si gioca sugli scenari del mondo.
Piero Meucci, Sotto un unico tetto
Intervista a cura di Paola Del Pasqua
Dopo il crollo del Muro, la riunificazione tedesca fu un evento imprevisto, e per certi versi temuto dalle classi dirigenti del tempo. Tale “passaggio” radicalmente innovativo, che stupì non poco una certa opinione pubblica, insieme a nuove ed indiscutibili opportunità e realizzazioni, ha portato con sé anche contraddizioni e problemi non risolti.
Agi Berta, L’Atlantide sommersa del “socialismo reale”
Intervista a cura di Guido Giacomo Gattai
La testimonianza di una cittadina ungherese, ormai da tempo in Italia, sul passato comunista nel suo paese e sugli aspetti contraddittori di quel sistema che, pur in un quadro di autoritarismo politico, sembrava garantire un’organizzazione sociale talora rivisitata, oggi ( anche alla luce delle contraddizioni del mondo del post-Muro) con occhi nostalgici

III. Pechino/Berlino: i due Ottantanove-Libri
Roberto Mosi, Adam ed Evelyn: dal crollo del Muro alla “scomparsa dell’ Occidente”
Dove si trova il paradiso? In un gioco di rimandi con i personaggi biblici di Adamo ed Eva, l’autore del romanzo Adam e Evelyn, originario della DDR, illustra una chiave di lettura della storica estate del 1989, quando un mondo stava per crollare ed il “frutto proibito” sembrava a portata di mano.
Rita Barbieri, Pechino in coma
Nella memoria collettiva, della repressione del 1989 a Tienanmen rimane poco, in conseguenza dell’occultamento della verità da parte del governo cinese e del consenso verso il regime di una parte delle nuove generazioni, conquistate dalla nuova ideologia “nazionalista” del benessere e del successo; ma c’è chi, come lo scrittore dissidente Ma Jian con il romanzo Pechino è in coma, tenta di fare luce sul passato convinti che il senso della vita ci derivi dalla conoscenza della storia.

Società civile

Giancarlo Ceccanti, Portatori d’acqua
Dall’esperienza di alcuni geologi è nata “Acquifera”, una onlus che si propone di portare l’acqua nei paesi del mondo che ne sono carenti utilizzando tecniche di ricerca collaudate e partendo dall’osservazione attenta dei fabbisogni delle comunità locali.

Multimedia

Lucio Niccolai, L’inedito Tour: Il Coro dei minatori di Santa Fiora con Simone Cristicchi.
L’incredibile successo di un tour per l’Italia del Coro dei minatori di Santa Fiora, che dimostra come il tema della miniera possa essere compreso nella società postindustriale e divenire una sorta di simbolo riassuntivo delle difficoltà, delle lotte e della dignità della cultura del lavoro.
Simone Cristicchi, Nelle gallerie infinite della memoria
Un felice incontro con la musica popolare per il recupero di un patrimonio spesso ben occultato nella ‘miniera’ dell’anima: scoprire come si possa cantare per mantenere viva una memoria e soprattutto per sentirsi vivi e partecipi di una collettività. Il suggestivo racconto in prima persona della collaborazione fra un giovane cantante di successo e il Coro dei Minatori di Santa Fiora.
Carlo Prezzolini, Pregare, perché
Nell’ultimo libro di Enzo Bianchi, priore della comunità di Bose, una riflessione sulla preghiera, che, al di là dei condizionamenti storici e delle “mode spirituali” del nostro tempo, deve essere rifondata biblicamente come via per l’uomo di riconoscersi non autosufficiente, non bastante a se stesso. E’ in questa ottica che il pregare appare come via maestra per la riconciliazione nell’umanità e fra questa e il creato.

(€13)