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Nel pluriverso delle religioni

Ludovico Guarneri, Medici incuranti e malati consapevoli – I pazienti devono arrabbiarsi di più, ribellarsi con i medici incuranti, far valere i propri diritti e assieme ai loro familiari, anch’essi coinvolti nella catastrofe economica e morale che provoca l’ammalarsi, stimolare le forze politiche e istituzionali, rifiutando le ingiustizie della sanità e unendosi per far valere quel diritto alla salute che è un capitolo fondamentale dei diritti dell’uomo.

Enzo Brogi, Avventure di un malato esperto – Un libro per riflettere sul rapporto paziente-medico e sulle difficili dinamiche innescate dalle situazioni esistenziali create dalle malattie.

Nel “pluriverso” delle religioni, Sezione monotematica a cura di Federico Squarcini

Aldo Tarquini, Il Dio della buona vita – La consapevolezza che senza il dialogo l’umanità soffoca, il desiderio di pace, la sete di verità, il bisogno di giustizia, spingono ad andare avanti e a tentare di creare un mondo in cui le differenze non sono più viste come una minaccia ma come una ricchezza.

Nicoletta Verna, Quasi un diario di bordo – I sei Laboratori del progetto Guerre Sane, che si sono svolti in Toscana, tra Pisa, Firenze e Colle Val d’Elsa sul dialogo interreligioso, hanno avuto un’ampia partecipazione e risultati concreti che segnano l’inizio di un percorso ricco di feconde possibilità di ulteriore incontro.

Luca Mori, Conflitti religiosi oltre i casi di cronaca – Fino a che punto e in che senso le diverse religioni, come sistemi di senso almeno parzialmente esclusivi, possono condividere qualcosa? Questa ed altre domande si pongono nel dialogo interreligioso, al cui interno già sarebbe tanto riuscire a riconoscere nell’altro una pari dignità. Forse l’unico modo per incontrarsi sarebbe istituire “cornici laiche” per esplorare quali territori sono percorribili insieme.

Alfredo Jacopozzi, La profezia di Benedetto Calati – Nel presente contesto di mondializzazione è difficile non accorgersi che vi sono valori veri e positivi anche al di fuori della propria religione. Si tratta però di ricreare il linguaggio a partire da esperienze religiose diverse, dalla loro dimensione mitica e narrativa, scommettendo sulla fecondità della dimensione simbolica intima ad ogni religione.

Valentina Dolara, Gli universi degli esseri – Per un dialogo efficace c’è bisogno di una coerente armonizzazione di due aspetti: la potenziale finitezza dell’istituzione che crea regole e l’infinità dello spirito, che per definizione non ha barriere.

Roberto Minganti, Il dialogo non è una tecnica – Dobbiamo ricordare che il dialogo interreligioso avviene tra esseri umani che condividono lo stesso destino e la religione dovrebbe aiutare a risvegliare la coscienza del valore delle relazioni e della dimensione comunitaria.

Mohammad Khalil, Mouhajer Zaoulai, Dar da bere al cane e al gatto – Non solo tra le religioni, ma anche tra gli uomini in generale, bisogna rispettarsi l’uno con l’altro, anche nelle differenze, perché le differenze sono una ricchezza dell’umanità.

Parabhakti Dasa, Non stare seduti in silenzio – I seguaci delle diverse religioni non devono starsene seduti in silenzio di fronte alla rapida crescita di una società senza Dio. Il dialogo offre l’occasione di una sfida da raccogliere con uno sforzo comune: rafforzando la fede e il carattere dell’individuo, l’integrità delle varie istituzioni e l’apprezzamento nei confronti delle guide spirituali.

Svamini Hamsananda Giri, L’indusimo e i diversi vasi per attingere al lago della verità – Il dialogo serve per sviluppare sensibilità e amicizia capaci di affievolire il conflitto che l’uso strumentale dell’alterità può provocare. Favorisce l’incontro ma promuove anche l’approfondimento, la ricerca e la riflessione critica, dando dinamismo alla propria rappresentazione.

Appendice, Guerre Sane, Manifesto del progetto

Emanuele Bindi, Un discorso (preliminare) sul metodo –Il progetto Guerre Sane ha permesso il confronto tra persone di diverse religioni utilizzando una serie di strumenti con cui oltre che rilevare dati e informazioni si poteva interagire e realizzare pratiche di dialogo.

Alessandro Checcucci, Lavoro o famiglia?: un problema per le donne (già composto) – In una società in cui la famiglia sta assumendo nuovi caratteri, nel campo del lavoro, nonostante qualche difformità che ribadisce l’antica sudditanza delle donne rispetto agli uomini, siamo di fronte ad una grande trasformazione a favore di un maggior inserimento femminile, mentre si constata una sostanziale immodificabilità della distribuzione delle attività all’interno delle famiglie, dove i lavori domestici e la cura dei figli sono ancora quasi esclusivamente a carico delle donne.

Vittorio Biotti, Terrorismo e Psicoanalisi: Alle radici dell’odio – In un convegno milanese, una riflessione di carattere psicoanalitico sul problema del terrorismo: di fronte ai gravi rischi “pantoclastici” che tornano ad attraversare il mondo, di fronte alle “isole psicotiche della storia”, occorre una “accensione d’anima” che può nascere da un senso di integrale responsabilità individuale verso le cose del mondo, la natura e gli uomini, solo valore etico perseguibile nelle sue potenzialità di “compassione” e di perdono.

L’indimenticabile 1956: una lezione storica (a cura di Mary Malucchi e Severino Saccardi)

Severino Saccardi, 1956: una lezione per l’oggi – A partire da una rilettura dei molti ed interessanti studi che sono tornati ad occuparsi del drammatico ed indimenticabile 1956, è possibile non solo tornare a far memoria delle premesse, della sostanza profonda e delle conseguenze della sollevazione ungherese e della repressione che ne seguì, ma ragionare senza remore sugli insegnamenti che è possibile trarne, mezzo secolo dopo, in piena età della mondializzazione.

Marcello Flores, 1956 e dintorni – Il 1956 è stato una svolta che ha definito con chiarezza i nuovi equilibri postbellici e della guerra fredda.

Alessandro Michelucci,  Da Budapest a Vienna – Durante il mezzo secolo della guerra fredda l’Austria ha svolto un prezioso ruolo di ponte culturale fra le due parti del continente in piena solitudine, mentre nella parte occidentale l’interesse per la cultura ungherese o slovacca è stato soffocato nel nome dell’anticomunismo.

Beatrice Tottossy, Ungheria: Dal noir al cangiante groviglio della realtà – Il difficile rapporto tra letteratura e memoria storica a proposito del ’56 ungherese.

Enrico Cecchetti, La Toscana con l’Africa che vuole cambiare – Una nuova associazione, Kòmera Onlus, promossa dai consiglieri regionali toscani per raccogliere finanziamenti per i progetti di cooperazione in Africa.

Enrico Cecchetti, Komera:operare da società civile nel cuore delle istituzioni -intervista a cura di Mary Malucchi. Il presidente dell’associazione Komera spiega origini, finalità, modo di operare di un’originale associazione di “secondo grado” nata all’insegna di un “amore per l’Africa” nutrito di forti motivazioni politiche e culturali.

Luca Lenzini, Materiali resistenti. Rileggendo Fortini – Una serie di libri su Franco Fortini ci aiutano a riscoprire una volta di più un grande intellettuale interprete della propria epoca, capace di anticipare di decenni gli sviluppi della società contemporanea

Mary Malucchi, Insegnare la vita pubblica Nell’epoca dell’individuo ripiegato sul proprio interesse privato senza orizzonti globali, senza collettività, senza mondo comune, è necessario che la scuola, il luogo educativo e comunitario per eccellenza, trasmetta il senso di un’etica civile e democratica. Insegnare la vita pubblica di Rosaria Parri affronta il problema e lancia la grande sfida di domani. Giovanni Allegretti, Architettura a Venezia: la Biennale più bella La crescita d’interesse del pubblico ‘non specializzato’ per le mostre che hanno celebrato il decennale della Biennale d’Architettura di Venezia si spiega con la grande capacità comunicativa di un’edizione che ha saputo “prendere posizione” sui temi trattati e non limitarsi a dar conto in maniera acritica del panorama architettonico contemporaneo.