QUESTONUMERO

Il Tema

5 Simone Siliani, Le «magnifiche» sorti del mondo dei diseguali

L’elemento che maggiormente emerge, nell’analisi delle conseguenze della crisi economica degli ultimi sette anni, è quello dell’aumento della disuguaglianza (di reddito, di ricchezza, di accesso ai servizi, più in generale di welfare), che colpisce individui e famiglie. Fenomeno generale delle società capitalistiche nelle quali ha prevalso la dottrina neoliberista, esso non incontra ancora adeguate politiche di contrasto. Soprattutto nel nostro Paese dove il welfare, già strutturalmente debole, si è notevolmente assottigliato e dove non si intravede, almeno per il momento, un’adeguata volontà politica atta a invertire la tendenza.

Culture e Religioni

14 Rodolfo Ragionieri, Fondamentalismo e «tempo messianico»

Il fondamentalismo religioso, riferito qui alle tre grandi religioni abramitiche, è visto nella sua dimensione temporale, perché in essa si articola l’azione politica e si situano le altre dimensioni, messianica e apocalittica. Una struttura del tempo che è solo apparentemente simile nelle tre religioni monoteiste: creazione, ciclo profetico, fine dei tempi. La domanda che viene posta in questa sede è quanto i movimenti detti fondamentalisti introducano una qualche distorsione o accelerazione nella costruzione del tempo storico-politico e come la connettano ai tempi messianici e/o apocalittici.

23 Vannino Chiti, Pluralismo e tolleranza, valori dell’intera «famiglia umana»

La serie di terribili episodi di violenza religiosa di matrice islamica, che si sono susseguiti in questi ultimi mesi in Europa Asia e Africa, ha scosso le coscienze e rinfocolato paure latenti, mettendo in evidenza la necessità di una riflessione attenta sul valore della democrazia, della libertà d’opinione, della tolleranza religiosa, della giustizia sociale, dell’accoglienza, che si faccia azione politica concreta.

Polis

27 Eros e Agape negli anni 2000

(Sezione monotematica a cura di Ennio Brovedani, Paola Del Pasqua, Severino Saccardi e Simone Siliani)

Una riflessione a più voci su un aspetto fondamentale della dimensione umana: quello dell’amore, declinato nelle sue forme dell’eros e dell’agape, nella realtà degli anni 2000. Un tema dai molti risvolti, che rimanda a problemi e interrogativi di carattere antropologico, culturale ed etico in relazione alle sfide poste, anche in questo ambito, dal «mondo della complessità» e dal potere delle nuove tecnologie. L’idea che ispira i diversi interventi di questa sezione monotematica muove dalla convinzione che in un mondo sempre attraversato da conflitti e gravato da vecchie e nuove paure, ci sia un gran bisogno, anche se spesso inespresso o frainteso, di amore, condivisione, solidarietà umana. Per una curiosa e fortunata coincidenza, anche la Fondazione «Stensen» di Firenze aveva promosso recentemente un ciclo di incontri su questo tema (Eros, Filia e Agape): è così nata una feconda collaborazione che ci ha permesso di presentare in questa sede, insieme ai testi dei nostri collaboratori, alcune delle relazioni che, in quel contesto, erano state svolte.

28 Severino Saccardi, Gli anonimi samaritani degli anni Duemila

31 Alessandro Andreini, Variazioni sul Cantico dei Cantici

34 Guidalberto Bormolini, Nel fuoco delle passioni

41 Fabio Dei, Vedere alla voce «Amore»

50 Ennio Brovedani, Una riflessione culturale sull’amore umano

54 Aldo Stella, Eros nella storia

61 Gianni Colzani, L’amore, un eterno tema dello spirito

68 Paolo Maugeri, Procreazione tecnologica, tra amore genitoriale e desiderio egoistico

76 Cristina Simonelli, Se la sessualità è «pluralità» di generi

81 Giorgio Collura, La «famiglia degli affetti»

91 Eligio Resta, Il linguaggio del diritto e quello dei sentimenti

97 Gilberto Corbellini, Il corpo e le sue età

102 Marco Trabucchi, La mente e le sue età

107 Remo Bodei, L’amore per le cose

114 Giuseppe Riva, Se le nuove tecnologie trasformano il nostro «Io»

Uomo Planetario

120 Paolo Cugini, Dal punto di vista dei poveri

La concezione e la pratica degli aiuti umanitari, così come sono state finora attuate tanto nei paesi poveri come nei confronti degli immigrati che arrivano in Europa, vanno radicalmente riviste, perché è ormai evidente che esse non modificano le condizioni di povertà e di oppressione, ma mantengono dipendenti paesi e persone. Occorre quindi uscire dalla logica della pietà fine a se stessa e della carità intesa soltanto come elargizione e considerare le persone per la loro storia, la loro cultura, il loro specifico umano e religioso, con amore disinteressato e con attenzione alla costruzione di percorsi di autoaffermazione, come l’esempio di Gesù ha indicato.

Società Civile

129 Giovanni Momigli, Uno «Spazio Reale» in terra di confine

Un territorio marginale, economicamente e socialmente depresso, «estrema periferia» fiorentina, ha visto il sorgere e l’affermarsi di un’esperienza importante e ambiziosa, quella di Spazio Reale. Nata nel 1995 all’interno della parrocchia di San Donnino, a Campi, come laboratorio di incontro, cultura e coesione sociale, è cresciuta all’insegna della realizzazione della persona umana attraverso l’educazione e il rispetto dei valori, ma anche nell’attenzione alla vita quotidiana e ai suoi problemi e bisogni, con una serie di attività e iniziative innovative e rapportate al territorio. Adesso, la crisi ha messo in evidenza i problemi e, malgrado gli aiuti economici della Curia fiorentina e della Regione Toscana, le difficoltà economiche (e non solo) mettono a dura prova la sopravvivenza di tale esperienza.

Multimedia

135 Roberto Mosi, Se «l’Area di Broca» va in Rete

Essere In rete è il tema sul quale si sofferma l’ultimo numero della rivista fiorentina di poesia «l’Area di Broca». Un tema inevitabile, perché ormai in Rete navighiamo tutti e perché tale dimensione coinvolge tutte le attività umane, anche le più personali e intime. Un fenomeno che è stato qui analizzato, attraverso linguaggi diversi, nelle sue molteplici implicazioni e nelle altrettanto numerose e contraddittorie risposte: dall’ottimismo o dall’illusione per l’aprirsi di infinite occasioni di libera espressione, al timore per il rischio di rinchiudersi in angusti spazi di «affollata» solitudine.

138 Velio Abati, Franco Fortini: l’eco lontana di una voce solitaria e forte

Quella di Franco Fortini è stata la solitaria voce di un grande critico della cultura dell’effimero e della chiacchiera, primo sentore del populismo odierno. L’eco di quella voce appare flebile a vent’anni dalla sua scomparsa, ma rimane di grande attualità per la sua capacità di protendersi verso i «miliardi di analfabeti» – pur nella consapevolezza di far parte della cultura dominante – cui consegnare un messaggio di forza e di resistenza nei confronti proprio di una visione del mondo che tende a omologarli e a inglobarli.

144 Rosalba De Filippis, L’aspra poesia dell’ora di lezione

Una tradizione di maestri e poeti quella italiana (Pascoli, Pasolini, Sciascia, Caproni, Albisani), dove la statura del maestro non è inferiore a quella del poeta. In Albisani, e nel suo libro Orografie, poesia e gesto didattico si incontrano nella parola, volta a risvegliare nell’allievo, come suggerisce Recalcati nel suo L’ora di lezione, il desiderio, obiettivo principale di ogni serio e profondo intento educativo. Ne deriva un particolare stile, fondato su una osservazione partecipe, umile e compassionevole del mondo della scuola e dei suoi allievi, referenti privilegiati della propria poesia, con la gratitudine di chi sa di avere soprattutto da imparare.

149 Luciano Alberti, Amore per la parola

Un ideale colloquio, quello intessuto qui con Sauro Abisani, nel quale si offre una possibile risposta

all’implicita domanda contenuta nei versi «Non so più perché volli / diventare un poeta…». «Essere» ed «essere poeta», in Albisani sembrano identificarsi, e quest’ultima condizione appare come l’espressione di una necessità, pur se riservata e discreta.

152 Sauro Albisani, Poeta in classe

Si può essere allo stesso tempo professore e poeta? E si può insegnare ai ragazzi ad essere poeti?

Dall’iniziale diffidenza reciproca al percorso che porta al riconoscimento e all’amore, si snoda il rapporto, umano e professionale, di un poeta-professore con i suoi studenti. Un cammino complesso e una sfida, anche politica, a far uscire i ragazzi dal pantano della banalità mediatica per far loro scoprire il gusto della parola dettata dall’intelligenza del cuore.

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